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tangeri | 33 |
corte, camminavano tre sonatori col tamburo, il piffero e il cornetto, sonando furiosamente; dai lati e dietro, venivano i parenti e gli amici, uno dei quali teneva i bimbi fermi sulla sella, un altro porgeva loro dei confetti, altri li accarezzavano, alcuni tiravan schioppettate in aria saltando e gridando. Se non avessi saputo il significato della cerimonia, avrei creduto che quei poveri bimbi fossero due vittime condotte al sacrificio; e nondimeno era uno spettacolo non privo di gentilezza e di poesia. Ma l’avrei trovato anche più poetico, se non m’avessero detto che l’operazione sacra era stata fatta dal rasoio d’un barbiere.
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Stasera ho assistito ad una strana metamorfosi di Racma, la serva nera del ministro. La sua compagna mi venne a cercare, mi condusse in punta di piedi davanti a un uscio socchiuso, e spalancandolo tutt’a un tratto, esclamò: — Guardi Racma! — Io rimasi talmente meravigliato dell’aspetto in cui mi si presentò quella nera, ch’ero abituato a vedere nei panni di una modestissima schiava, che per un momento non credetti ai miei occhi. Avrei detto ch’era una sultana fuggita dal palazzo dell’Im-