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Non c’è dubbio che questa gente, se proprio non ci odia, almeno non ci può patire, e non gliene mancano, tra buone e cattive, le ragioni. Nei discendenti dei mori di Spagna, molti dei quali conservano ancora chiavi di città andaluse e titoli di possessione di terre e di case di Siviglia e di Granata, è viva particolarmente l’avversione alla Spagna, da cui i loro padri furono spogliati, sterminati, banditi. Tutti gli altri odiano generalmente tutti i cristiani, non solo perchè quest’odio è istillato loro nelle scuole e nelle moschee fin dall’infanzia, collo scopo di renderli avversi ad ogni commercio colle genti civili; — commercio che, scemando la superstizione e l’ignoranza, scalzerebbe le fondamenta dell’edifizio politico e religioso dell’Impero; — ma perchè hanno tutti in fondo all’anima il vago sentimento d’una forza espansiva, crescente, minacciosa degli Stati europei, dalla quale tosto o tardi saranno schiacciati. Sentono rumoreggiare la Francia alle loro frontiere di levante; vedono gli Spagnuoli fortificati sulla loro costa del Mediterraneo; Tangeri, occupata da un’avanguardia di cristiani; le città occidentali, guardate da negozianti europei distesi