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ciò egli è nel palazzo a tutte le ore, ravvolto nel suo ampio caic, inquieto, pensieroso, qualche volta colle lagrime agli occhi, e tien sempre fisso sull’Ambasciatore uno sguardo supplichevole, che par quello d’un condannato a morte che domandi la grazia. Mohammed Ducali, invece, che ha il vento in poppa, è tutto festante, fuma, si profuma, cambia ogni giorno di caffettano e spande da ogni parte vezzi, parole soavi e sorrisi. Eh! se non ci fosse di mezzo la sudditanza italiana, come quei sorrisi si cangierebbero presto in lacrime di sangue!