issofatto qualsivoglia discorso. Riconoscevano, ciò non
ostante, che la macchina era ingegnosa e che poteva riuscir utile,
particolarmente nei nostri paesi, dove essendoci molta gente e molto
traffico, doveva esserci bisogno di far ogni cosa alla spiccia. Il che
significava in altre parole: che cosa faremmo noi del telegrafo? E a che
termini sarebbe ridotta la politica del nostro Governo, se alle domande
dei rappresentanti degli Stati d’Europa si dovesse risponder subito e in
poche parole? e rinunziare a quella gran scusa dei ritardi e a
quell’eterno pretesto delle lettere smarrite, che sono i corrieri,
grazie a cui si può strascicare per due mesi una quistione che potrebbe
esser risolta in due giorni? Si seppe, oltre a questo, o piuttosto si
capì, che il Sultano è un uomo d’indole mite e di cuore gentile, che
vive austeramente, che ama una donna sola, che mangia senza forchetta,
come tutti i suoi sudditi, e seduto in terra, ma coi piatti posti sopra
una piccola tavola dorata, alta un palmo; che prima d’esser Sultano,
correva il lab el barod coi soldati, ed era uno dei più destri; che
ama il lavoro e fa molte volte egli stesso quello che dovrebbero fare i
suoi servi, fino a incassare le proprie robe nelle occasioni di
partenza; e che infine il popolo lo ama, ma anche lo teme, perchè sa