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karia-el-abbassi 193


rugosus, la Pimelia scabrosa, la Cetonia opaca, il Cossyphus Hoffmanseggi, foglia animata, di cui Vittor Hugo farebbe una descrizione fantastica da metter freddo nelle ossa. Più un gran numero di lucertoloni, di ragnacci, di centopiedi lunghi un palmo, di grilli cantaioli grossi come un pollice, di cimici verdi larghe come un soldo, che andavano e venivano come se s’apparecchiassero d’accordo comune a una qualche impresa guerresca. Come se questo non bastasse, appena seduto a tavola, nel punto che stendevo la mano per versarmi da bere, avevo visto far capolino dal mio bicchiere una spropositata locusta, la quale, invece di volar via a un mio gesto minaccioso, s’era messa a guardarmi con un’aria d’impertinenza inaudita. E infine, per colmo di spavento, mentre ci alzavamo da tavola, era comparso il servo Hamed, col viso di chi ha corso un grande pericolo, e ci aveva messo sotto gli occhi, infilata in uno stecco, nientemeno che una tarantola, una lycosa tarentula, il ragno terribile, che cuando pica á un hombre, quando punge un uomo, diceva lui, Allà ce ne guardi! il disgraziato comincia a ridere, a piangere, a cantare e a ballare, e non c’è che una buona musica, ma buona! la musica della banda del Sultano, che lo possa guarire. Ora immagini il lettore, con che animo io sia andato a dormire. Nondimeno, i miei tre com-