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poco a poco rimane indietro, arriviamo fuori delle mura in una strada fiancheggiata da fichi d’India enormi e da palme altissime, tiriamo un gran respiro, siam soli!


Tale è la città d’Alkazar, chiamata generalmente Alkazar-el-Kebir, che significa «il grande palazzo.» La tradizione dice che fu fondata nel secolo duodecimo da quell’Abù-Yussuf Yacub-el-Mansur, della dinastia degli Almoadi, che vinse la battaglia d’Alarcos contro Alonzo IX di Castiglia, e fece innalzare la famosa torre della Giralda in Siviglia. Si racconta che una sera, cacciando, si smarrì; che un pescatore l’ospitò nella sua capanna, e che il califfo, riconoscente, gli fece costrurre nel luogo stesso un gran palazzo e parecchie case; intorno alle quali sorse a poco a poco la città. Fu un tempo una città popolosa e fiorente; ora è abitata da cinque mila al più tra mori ed ebrei, e poverissima, benchè ritragga qualche vantaggio dall’esser posta sulla strada delle carovane che vanno dal nord al sud dell’Impero.


Ripassando vicino alla porta per cui eravamo entrati, vedemmo un ragazzo arabo di circa dodici anni che camminava stentatamente colle gambe aperte e rigide, dondolandosi in una maniera bizzarra. Altri ragazzi lo seguivano. Ci