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100 | had-el-garbìa |
Mi guardò.
— Scusi — disse poi — mi pare che su quest’argomento lei non dovrebbe scherzare.
— Mi scusi lei, io risposi, — non ho menomamente l’intenzione di scherzare. Non è mia abitudine di scherzare sulle cose tristi.
— È una cosa triste davvero, e toccherebbe a lei a scongiurarne le cattive conseguenze.
— Questa è bella! Pretenderebbe che andassi a dormire in mezzo ai campi?
— Dei due mi pare che ci dovrebbe andar lei e non io.
— È una vera impertinenza! — diss’io balzando a sedere sul letto.
— Oh stiamo a vedere adesso, — gridò il viceconsole alzandosi istizzito, — che è un’impertinenza il non volersi lasciar ammazzare!
Una gran risata del capitano e del comandante troncò la discussione, e prima ancora che essi parlassero, il signor Grande ed io capimmo d’esser stati corbellati tutt’e due. A lui pure avevan fatto credere che io giravo la notte per la casa della Legazione, con un lenzuolo sulle spalle e una pistola nel pugno.
La notte passò senz’accidenti, e la mattina mi svegliai in tempo per vedere l’aurora.
L’accampamento europeo era ancora immerso