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la madre. 77

tale un’altra volta la bocca sulla fronte, mormorò sorridendo: — Povera la mia vecchierella! —

Ed io, sempre là fermo, colle spalle appoggiate al muro e le braccia incrociate sul petto, pensava:

— Ecco, quello là è un uomo che adora sua madre! Non può non essere un buon soldato, rispettoso, docile, pieno di amor proprio, e di coraggio. Sì, anche di coraggio, perchè le anime che sentono profondamente e fortemente l’amore non possono essere anime codarde. Quel soldato là, condotto sul campo, si farà ammazzare senza paura e morirà col nome di sua madre sul labbro. Insegnategli che cosa è patria, fategli capire che la patria son centomila madri e centomila famiglie come la sua, ed egli amerà la patria con entusiasmo. Ma bisogna cominciar dalla madre. Oh! se di tutti gli affetti gentili e di tutte le azioni oneste e generose di cui andiamo superbi si potesse scoprire il primo e vero germe, noi lo scopriremmo quasi sempre nel cuore di nostra madre. Quante medaglie al valor militare dovrebbero splendere sul petto, invece che ai figli, alle madri, e quante corone d’alloro invece che su una testa giovane e chiomata si dovrebbero posare sopra una vecchia testa calva! Ah madri, voi non dovreste mai morire! O dovreste almeno star al fianco de’ vostri figliuoli e accompagnarli fino al termine del cammino della vita. Davanti a voi, anche vecchi, noi saremmo sempre fanciulli, e v’ameremmo sempre dello stesso amore. Voi, invece, ci lasciate soli.... Oh no, no! non soli; la vostra soave memoria ci resta, la vostra diletta immagine sempre viva dinanzi agli occhi, i vostri amorosi consigli sempre presenti allo spirito. E questo ci basta. Ogni volta che ci assalga l’anima un tedio sconsolato della vita e qualche duro disinganno ci faccia nascere nel cuore un sentimento d’odio o di avversione per gli uomini fra questi uomini e noi sorge-