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76 la madre.

così! — E si sentiva ringiovanire, la poveretta; e le veniva quasi voglia di mettersegli a saltellare intorno. Gli si accostava, si riallontanava, ritornava a farsegli presso, e se lo divorava cogli occhi; gli posava le mani sulle spalle e gliele faceva scorrer giù lungo le braccia fino a prendergli le mani; gli appressava il volto al petto per guardargli i bottoni; poi, accortasi di avergli appannato coll’alito la croce del cinturino, gliela soffregava colla cocca del grembiale; finalmente, dopo averlo guardato e riguardato un pezzo, gli gettò ancora una volta le braccia al collo chiamandolo amorosamente per nome. Poi si staccò ad un tratto da lui e gli domandò sollecitamente: E la guerra? — Il figliuolo sorrise; essa ripetè: — E la guerra, dimmelo figliuolo, quando la fate la guerra? — Oh, Dio benedetto! Ma chi ha mai parlato di guerra, buona donna che sei? — Dunque non c’è la guerra? — domandò tutta contenta; — non la farete mai più, non è vero? — Mai più? Mai più non si può dire, mia cara.... — Ah! dunque la fate! Dimmi la verità, figliuolo. — Oh buona donna, e che cosa vuoi che se ne sappia, noi soldati? — Ma se non lo sapete voi altri che la fate, — rispose con un accento di convinzione profonda la madre — se non lo sapete voi altri, poveri ragazzi, e chi l’ha da sapere? —

E dette queste parole, rimase immobile ad aspettare la risposta in un atteggiamento di volto e di persona così caramente curioso, con un sorriso così affettuosamente piacevole sulla bocca, e con un certo lume ineffabile negli occhi, che suo figlio, sorridendo anch’esso, rimase quasi estatico a mirarla, e gli piacque tanto in quel momento, si sentì nel cuore un nuovo e così veemente impulso verso di lei, che le fu sopra d’un salto, le strinse la testa fra le mani, gliela baciò, gliela scosse scherzevolmente come si fa ai bambini, e, posa-