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la madre. | 71 |
cammino sotto il sole, e arriverai qui in questa città così grande, in mezzo a tanta gente, senza saper dov’io mi sia, e dovrai domandare qua e là dov’è la mia caserma, e stare ancora in piedi per tanto tempo, tu, sola, vecchia, malaticcia, spossata, e forse ti perderai per le vie della città e vagherai senza saper dove e ti piangerà il cuore di non trovarmi.... Oh povera vecchia! — E seguitava a tener le mani giunte e gli occhi fissi sul muro, e andava serrando con rapida vicenda fra i denti ora un labbro ora l’altro e battendo celere celere le palpebre come per ricacciar giù il pianto ch’era in procinto di uscire. E ripeteva di tratto in tratto: — Povera vecchia! —
Poi si passava tutt’e due le mani sul viso, scuoteva la testa, mandava un sospiro, si rizzava in piedi impetuosamente e passeggiava per la stanza col passo d’un viaggiatore frettoloso. Dopo un po’ s’arrestava tutt’ad un tratto: — Sarà ora? — Correva alla finestra che dava sulla strada, si sporgeva fuori del parapetto, guardava a destra e a sinistra, una, due, tre volte: — nessuno. Gli saliva il sangue alla testa. — Pensiamo ad altro! — diceva a sè stesso; e si metteva di proposito a scacciar dalla mente l’immagine di sua madre per ingannare così il tempo dell’aspettazione penosa. Scacciar quell’immagine! Poveretto! Era impossibile; vi rinunziò.
— Guarda, mamma, — diceva poi a viva voce scuotendo dinanzi al viso le due mani aperte, io ti voglio un bene, sai, un bene.... — Guardò attorno; non c’era alcuno; proseguì: — Un bene che a questo mondo non si può volerne di più! — E lasciando cader le mani giunte sul letto, seguitava a scrollar dolcemente la testa come per significare più chiaramente coll’atto il senso delle sue ultime parole: — Non si può volerne di più. — Poi, all’improvviso, si scuoteva e: — Sarà ora? — domandavasi