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una sassata. 51

tumultuando nella via più vicina, e si dirige alla piazza.

Tutto questo accadeva non sono molti anni in una delle principali città d’Italia, mentre in una strada vicina al centro del tumulto passava un drappello di otto soldati, un caporale e un sergente di fanteria di linea, per recarsi a dare il cambio a un altro drappello, che stava alla guardia di un edifizio pubblico in una piazzetta vicina. Il drappello andava innanzi a passo lento, e i soldati guardavano curiosamente di qua e di là. Appunto in quella strada appariva più viva che altrove l’effervescenza degli animi e più risoluto e più fiero il contegno della gente.

La pattuglia passò vicino ad un folto crocchio di que’ tali figuri che vengono a galla solamente in codeste sere, i quali colle faccie torve ed accese discorrevano molto clamorosamente in mezzo a un circolo di monellacci adulti, intorno a cui s’era affollata una quantità d’altri monelli piccini. Uno del crocchio vede la pattuglia, si volta, e appuntando il dito verso i soldati esclama a mezza voce: — Guardateli là. — Tutto il crocchio si volta da quella parte, e l’un dopo l’altro alzando gradatamente la voce cominciano a dire: — Già; eccoli là quei che non mancan mai di venir fuori quando il popolo vuol far valere le sue ragioni. — Loro? Se la fanno col calcio del fucile la ragione. — Le baionette son fatte per forar la pancia a quelli che hanno fame. — A loro la pagnotta non manca, capite; crepino di fame gli altri; che importa a loro? E per chi grida ci son delle buone cartucce nella giberna. —

I soldati si allontanavano senza voltarsi indietro. Il gruppo si mosse e, preceduto da un’avanguardia di monelli, li seguì. In un momento li raggiunse, e tenne loro dietro a qualche passo di distanza. I soldati conti-