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484 | il più bel giorno della vita. |
le cure, e l’ho ancora, e quando lo guardo mi batte il cuore, e mi pare di essere ancora soldato, perchè io ho fatto il soldato, sapete; quattordici anni l’ho fatto, e adesso, a trovarmi in mezzo a voi, a parlare con voi, non so... mi sento... vorrei ritornare come allora.... vostro camerata... e... guardate se lo torno... Eccomi qua! —
Tutti si alzarono in piedi gettando un grido e protendendo le braccia.
Il colonnello, con un rapido moto, s’era levato il vestito, ed era rimasto col suo vecchio cappotto da soldato, logoro, riciso, d’un panno grigio chiaro, svariato d’ogni maniera di mezze tinte dalla pioggia e dal tempo; aveva cinque medaglie sul petto. Quell’atto era stato fatto con una vivezza così pronta e spontanea, ed accompagnato da un sorriso così modesto ed ingenuo, che ne sarebbe stato commosso anche chi, non conoscendo quell’uomo, avesse sospettato in quel suo entusiasmo giovanile un po’ di ostentazione e di sforzo.
Se non erano a tavola, i soldati gli si slanciavano addosso.
— Alla salute dei miei buoni soldati! — gridò il colonnello alzando il bicchiere. — Alla vostra salute! — ripeterono i contadini toccando coi soldati. — Alla vostra — i soldati risposero.
Un bersagliere fe’ cenno di voler parlare; tutti tacquero.
— Adesso..., egli cominciò con voce malferma tenendo una mano sul petto e reggendo coll’altra il bicchiere; — adesso noi beveremo alla salute del signor colonnello, che dobbiamo ringraziarlo della bontà che ha avuto d’invitarci, e si vede il bene che vuole ai soldati, tanto più che noi non avevamo nemmeno l’onore di conoscerlo di persona, e da questo si può veramente capire il buon cuore che ha, come se fosse nostro padre