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472 | il più bel giorno della vita. |
per questa dolce compagna, provocato per caso da un ricordo, da una parola, da un atto, si espanderà improvvisamente in un trasporto di tenerezza ineffabile, e la colmerete di carezze, di grazie, di benedizioni, bagnandole il seno di lacrime, chiamandola coi nomi più soavi, domandandole perdono di tutte le amarezze che avrà provato per cagion vostra, e così commossa, come la vedrete, e radiante, vi parrà più bella del giorno che la conduceste all’altare. Ricchezze, gloria, potenza, oh come vi guarda dall’alto l’Amore!
Il colonnello andò incontro agli sposi fino al cancello e li ricevette con molta festa e li accompagnò fin sotto il pergolato. Luisa piangeva, Cesare pareva fuori di senno, e tutti gli altri della brigata, allegri, commossi, facendo un chiacchierio assordante, giravano senza posa intorno all’uno ed all’altro, senz’esser veduti, nè sentiti, nè capiti.
Stettero qualche ora tutti insieme sotto il pergolato; quelle ore in cui, riavuta l’anima dalla foga della gioia, gli sposi pensano, e la moltitudine delle loro prime immagini si va diradando man mano, sin che ne resta una sola, che senza fissarsi mai nella mente, le gira intorno, l’assale, sparisce, ritorna di soppiatto, dietro altre immagini, e desta nel cuore improvvisi palpiti e trepidazioni misteriose. In mezzo all’allegrezza della brigata, quelle due sole fronti paiono di tratto in tratto pensierose, e quegli occhi si cercano e si fissano con una specie di curiosità infantile, e l’uno osserva attentamente dell’altro ogni gesto, ogni moto, e le anime si interrogano e s’intendono senza parlare, o le parole hanno per loro diverso senso da quel che suonano, e i sorrisi dicon tutt’altre cose. Son quelle ore deliziose,