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460 | il più bel giorno della vita. |
essere morti al mondo? Un soldato! — dicono, — una ragazza che si perde con un soldato! Un soldato d’onore ne val dieci di voi, ubriaconi, oziosi e viziosi! Anche il soldato ha un nome e una famiglia, e due braccia per lavorare quando tornerà a casa, e un cuore di galantuomo per amare e rispettare una donna! Le pare, signor colonnello? Io non dico mica che tutti i soldati, quando sono al servizio, abbiano da riscaldarsi la testa per una ragazza; si starebbe freschi; Dio ce ne guardi in eterno, se no, addio esercito! Ma chi per combinazione ci casca, si porti da uomo e da galantuomo, e non si lasci far paura da nessuno, e non ceda, dovesse rimetterci le ossa; dico bene?
Il colonnello fece segno di sì.
— E mancò poco che io non ci rimettessi le ossa davvero. La mattina dopo seppi dal ragazzo che Luisa era a letto con un po’ di febbre e che il fratello non aveva più fiatato. La sera tardi, appena ritornato in quartiere, mi vengon dinanzi due sergenti, uno della mia compagnia che mi voleva bene, e un altro d’un’altra, e mi tengono questo discorso: — Noi sappiamo tutto quel ch’è accaduto. La stessa persona in questione ce n’ha informati e c’incaricò di parlare con te. Noi ti daremo un consiglio, non da superiori, ma da amici, e tu lo seguirai o non lo seguirai secondo che ti parrà. Tu gli hai dato uno schiaffo in presenza di molta gente, e uno schiaffo è ama delle più grosse offese che si possano fare ad un nomo; per questo egli ha diritto di avere una soddisfazione, ne convieni? — È naturale, — risposi, — Ora senti: se tu fossi uno di quei coscritti minchioni che non sanno niente e non capiscono niente, quella persona si cercherebbe un’altra maniera di soddisfazione; ma con te che sei un soldato fatto, un giovane intelligente, e hai cuore e fegato per quattro, con te gli è un altro par di mani-