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442 una morte sul campo.


— Signore! — esclamò il luogotenente. — Il padre, senza staccar le braccia dal cannone, voltò la faccia, intravide quei tre, gli balenò alla mente la scena narratagli dal capitano, balzò in piede, gettò un braccio a destra e uno a sinistra intorno al collo dei due cannonieri e chinò la fronte sul petto del luogotenente. Questi, commosso, rapito, strinse fra le mani la testa del vecchio e gli rese sulla fronte il bacio che avea dato al figlio sul campo di battaglia.

— Tutti i miei figli! — gridò il povero padre.

Il capitano fece un cenno; tutti i soldati si levarono in piedi e lo salutarono militarmente.

Il buon vecchio si sentì mancar sotto le ginocchia e cadde fra le braccia dei figliuoli.

Qualche minuto dopo, l’ultimo cannone della batteria stava per isparire in fondo alla strada, e il padre appoggiato al braccio dei figli dinanzi alla porta di casa, lo salutava colla mano come se veramente partisse con esso il suo morto figliuolo.

— Oh babbo — gli disse uno dei giovani — nostro fratello non è morto!

Egli, levando alteramente la testa, rispose:

— E non morirà più.