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434 una morte sul campo.


— .... Era stato ferito in un fianco.

Seguì un momento di silenzio.

— Appena i cannoni ebbero oltrepassata la vetta, i due battaglioni di fanteria ruppero in un fittissimo fuoco di fila sulla colonna assalitrice. Il cannone di destra fu trascinato innanzi per altri trenta passi. Mentre lo trascinavano (a questo punto il capitano si levò in piedi), il vostro bravo figliuolo, steso in terra, premendo una mano contro la ferita, gridò ancora due o tre volte: Forza! forza! Poi gli mancò la voce, fece ancora un cenno colla mano....

— Oh capitano! — gridò il vecchio con voce di pianto.

— Sentite.... Appena i nostri cannoni furono fermi, ci arrivarono i cavalli di alcuni altri pezzi caduti in mano del nemico; ordinai che li attaccassero subito. Il luogotenente, sceso da cavallo, badava a far eseguire i miei ordini, stando fermo davanti al pezzo di destra, colle spalle volte dalla parte del nemico; i cavalli erano già attaccati; egli era sul punto di volgersi a me per dirmi: siamo pronti. Quando tutto ad un tratto si sente stringere un ginocchio di dietro, si volta e vede....

Il vecchio balzò a sedere sul letto e afferrò gagliardamente la destra del capitano domandandogli con un grido: — Chi?

— Vostro figlio.

— Dio!

— Vostro figlio, che estenuato, moribondo, s’era trascinato carponi sin là per dare l’ultimo addio al suo cannone, ai suoi compagni....

— Capitano!

— Tutti i cannonieri gli si fecero attorno: due di essi lo presero sotto le ascelle e lo sollevarono in ginocchio. Agitava tutte e due le braccia, e apriva e chiudeva la