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430 | una morte sul campo. |
nendosi nella nostra direzione; eran molto lontane; appena appena se ne vedevano biancheggiare le uniformi e luccicare le baionette. Uno dei miei uffiziali fu subito mandato con due cannoni sul fianco destro del colle. Sul posto rimanemmo io e il mio primo luogotenente con quattro cannoni. Al cannone di destra (qui il capitano si volse al maggiore dei figliuoli).... c’era vostro fratello.
Il vecchio non fece alcun moto; stava profondamente intento e impassibile. Il capitano proseguì:
— .... Stava al cannone di destra. Si cominciò subito il fuoco. Appena caricato il suo cannone, vostro fratello, come sergente, doveva «puntarlo». — Alla colonna di mezzo! gli gridai. — Sissignore! egli mi rispose chinandosi per obbedirmi. — Facciamoci onore! soggiunsi. Sorrise, pigliò la mira, fece due passi indietro, comandò: fuoco! e quasi nello stesso punto si vide saltare in aria il tronco d’un albero ch’era in mezzo alla colonna del centro; questa ondeggiare confusamente, allargarsi, disordinarsi; gli uffiziali a cavallo correre di galoppo qua e là; poi, a poco a poco, le schiere ristringersi, ricomporsi e continuare il cammino. — Bravo! io gli gridai. — A un altro. — Pigliò un’altra volta la mira e un’altra volta colse nel segno.
Il vecchio battè la palma della mano sul letto.
— Colse perfettamente nel segno; la colonna si scompigliò più di prima; di nuovo gli uffiziali le corsero intorno, e di nuovo essa si ricompose; ma si soffermò. Nello stesso punto si videro apparire di lontano quattro cannoni, giungere di gran trotto sulla linea delle colonne, due di essi collocarsi fra quella del centro e quella di sinistra, gli altri due tra quella di destra e quella del centro, e cominciare a tirare contro di noi. — Coraggio! io gridai rivolgendomi ai miei soldati; questa