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408 | partenza e ritorno. |
tembre; se non hai abbastanza coperte, chiedine alla padrona di casa. A proposito: è giovane questa tua padrona? è maritata? ha figliuoli? Che donna è? Queste padrone di casa mi dan sempre da pensare perchè per solito vogliono immischiarsi un po’ troppo nelle cose che non le riguardano. Tu poi sei un benedetto ragazzo!
Martellago, 16 settembre.
.... È strano; cioè è naturalissimo, ma in sulle prime mi parve strano, che fra noi, dopo una campagna, anche coloro che parevano più spensierati, più freddi, più cinici, sentano un prepotente bisogno d’affetto, e parlino ad ogni momento e con tutti della loro famiglia (molti avean persino dimenticato d’averla), e scrivano di qua e di là, e custodiscano religiosamente le lettere, e scongiurino gli amici lontani a mandare i ritratti, e cerchino per mare e per terra un amoruzzo sentimentale pur che sia. Questi mutamenti seguono più generalmente e in modo più pronto e più vivo dopo una guerra sfortunata; si capisce. Certuni sono andati a dissotterrare non so che cugine lontane, di cui forse non sapean neanche il nome, ed hanno intavolato con loro una corrispondenza letteraria disperata. Le cugine, sorprese e intenerite dalla subita e appassionata espansione di quei cuori, rispondono cose di fuoco; i ferri, come si dice, si scaldano; prevedo di gran matrimoni. Le guerre rubano molti figliuoli alla patria; ma gliene preparano anche molti. Se tu li vedessi, come li vedo io, certi don Giovanni in diciottesimo, certi crapuloni, che qualche mese fa ponevano la bottiglia, il sigaro e la bionda o la bruna al di sopra di tutti gli affetti e di tutte le felicità umane; se tu li vedessi la sera, appoggiati alle finestre, guardar la luna con occhio melanconico, e la-