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392 partenza e ritorno.

mona andrà verso Goito. Una lettera della madre dice così:

— .... Dirai che sono una sciocca, che parlo di cose che non capisco; ma tant’è, io questa gran necessità di passar subito il Mincio non la vedo. Se fossi il generale La Marmora, mi pare che aspetterei ancora; non si sa mai cosa possa accadere; ad ogni modo farei prima andare avanti i soldati del generale Cialdini, che hanno la flotta vicina e che in ogni caso... — Ci si potrebbero rifugiar dentro? — domanda Alberto ripigliando la frase nella sua risposta. E la madre ribatte: — Non sono momenti da scherzare. —


La divisione Cugia è sul Mincio. La lettera della madre è scritta a precipizio, tutta puntini e punti di esclamazione e parole che s’accavallano e righe che si confondono e aste che serpeggiano per la lunghezza d’un dito.

— .... Per carità, figlio mio; fa il tuo dovere, sono io la prima a dirtelo; ma non far troppo.... Gli eserciti hanno bisogno degli ufficiali, e se gli ufficiali si espongono più del bisogno, che cosa ne seguirà? Ne seguirà che i soldati resteranno senza guida e senza disciplina, e allora.... che cosa doventerà l’esercito? Per carità, pensa anche un poco ai soldati..., (o amor materno, come argomenti sottile!).... e pensa anche a me; fa il tuo dovere, sì, ma pensa.... — Qui c’è qualche parola che non si capisce. E poi: — ....La tua vita è la mia. Oh figlio mio! che giorni! che tremendi momenti! Non ti dico che cosa segue in casa tua per non contristarti, io prego per te.... — Il resto non si capisce. C’è un poscritto incominciato: — Oh Alberto! — e poi non c’è più niente. Veggo certe curve tracciate dal figliuolo, che a prima vista si possono prendere per isole; ma credo