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una medaglia. 365


— Ma adesso capisco, vedi, ripigliò la donna, capisco perchè quell’uffiziale volle ch’io venissi qui stamattina; voleva che io vedessi....

Guardò il figliuolo, sorrise e l’abbracciò.

— Voleva ch’io vedessi tutto, e non mi disse nulla per farmi una sorpresa, e il soldato era d’accordo con lui. Oh che sant’uomo! Ma come ha fatto a saper dove sto? E che interesse aveva di procurarmi questa felicità, se non mi conosceva neppure? Dimmelo tu, figliuolo!

Il figlio pensava.

— Ma dov’è quest’uffiziale! quest’uomo! Io lo voglio vedere; voglio baciargli il vestito, io; io gli debbo la vita. Voglio andar da lui, sai, figliuolo? Conducimi subito da lui.

— Subito! — esclamò il soldato, riavendosi dai pensieri che lo tenevano assorto.

E prese per mano sua madre; attraversarono a passi frettolosi la piazza, imboccarono la via della caserma, vi giunsero, si fermarono a una trentina di passi dalla porta, davanti a cui erano affollati quasi tutti gli uffiziali aspettando il gran rapporto, e la vecchia cominciò a cercare avidamente cogli occhi, e il soldato a sollecitarla cogli atti e colle parole, cercando, per moto istintivo, anche lui, senza sapere chi volesse trovare.

— Chi è? L’hai veduto? Accennalo.

— Non l’ho ancora trovato.

— Cerca, cerca.

— Quello là, guarda, quello che si appoggia al muro.... no, no, sbaglio, non è quello, non è quello. Quell’altro, piuttosto; quello che accende il sigaro.... aspetta che si volti, aspetta.... aspetta.... no, non è lui....

— Ma chi è dunque!

— Ah! eccolo là! Questa volta ne son sicura. È