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una medaglia. 363


— Non vedete? Il colonnello gli mette la medaglia sul petto.

— Oh santa Vergine, mi batte il cuore per lui. Come dev’essere contento, povero giovane! E adesso cosa fanno?

— Adesso tutto il reggimento gli presenta le armi.

— Davvero? domandò la donna con gran meraviglia.

— Sicuro.

— Oh che onore! — esclamò la buona vecchia giungendo le mani e rimanendo immobile in quell’atto, cogli occhi sfavillanti d’un bellissimo sorriso, misto di contentezza, di meraviglia e di affetto.

Il colonnello si volse verso il reggimento e con voce alta, sonora, vibrata, così che ne echeggiò tutta la piazza, gridò:

— Presentate le armi!

La donna si senti correre un fremito per tutta la persona, e si accostò al soldato e gli si strinse ai panni come se avesse paura.

Al grido del colonnello i quattro maggiori del reggimento si volsero ciascuno al suo battaglione e ripeterono, con un grido poderoso, il comando.

Quasi in un sol punto, come se fossero stati mossi da un unico braccio, mille duecento fucili si sollevarono, lampeggiando, da terra, e risonarono simultaneamente percossi da mille duecento mani, e tutti i volti restarono immobili e tutti gli sguardi si fissarono in faccia al soldato. Gli uffiziali salutarono colla sciabola. La folla spettatrice die’ in uno scoppio d’applausi. La banda suonò.

— Ma chi è questo soldato? — proruppe la povera madre meravigliata, intenerita, affascinata da quello spettacolo stupendo.