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362 | una medaglia. |
che gli tirarono nello stesso punto tre fucilate. Non fu colpito, non si spaventò; scaricò subito il fucile contro uno di quegli assassini, e lo stese morto; all’altro piantò la baionetta nella pancia; al terzo tolse il coltello di mano e glielo piantò nella gola.
— Oh Dio mio!
— È o non è un bel fatto?
— E gli hanno dato la medaglia?
— Gliela danno adesso.
— Sarà contento, povero giovane?
— Figuratevi; i suoi compagni gli vogliono un bene dell’anima; i suoi superiori lo trattano come un figliuolo; tutti lo rispettano, tutti lo stimano; e se lo merita, sapete? se lo merita davvero; è uno dei più bravi soldati del reggimento; ce n’è pochi, sapete, come lui; ve lo assicuro io.
— Ma dov’è questo soldato?
— A momenti il colonnello lo chiamerà fuori delle file. —
Il colonnello tacque.
— Guardate! guardate! esclamò improvvisamente l’ordinanza facendo voltar la donna dalla parte opposta al reggimento e accennandole le finestre della casa di fronte. — Guardate quanta gente s’è affacciata alla finestra! A momenti batteranno tutti le mani; vedrete; le altre volte mi fu detto che hanno sempre fatto così, e faranno così anche adesso. —
Intanto il soldato era uscito dalle file, era venuto accanto al colonnello, e s’era volto di fronte al reggimento, per cui la donna, rivolgendo la faccia verso i soldati, non lo potè vedere nel viso.
— È quello là il soldato?
— Già.
— E cosa fa adesso?