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una medaglia. 361


— Un momento. Tra il colonnello e i soldati c’è sempre una diecina di passi. Eccoli. —

La donna si slanciò un’altra volta, e un’altra volta il soldato la trattenne. — Oh Dio benedetto! abbiate un po’ di giudizio. Volete che ve lo caccino in prigione a tutti i costi? —

Il reggimento è schierato.

— L’ho veduto! L’ho veduto! — grida la buona vecchia battendo palma a palma. — Guardatelo là. —

— Dove? — La donna gli indica dove.

— Non è quello là; v’ingannate; ve lo assicuro io; Di qui non lo potete conoscere; siamo troppo lontani.

— Allora è quell’altro là.

— Quale? — La donna gli indica quale.

— Ma no, vi dico, non è neppur quello là; è impossibile che lo possiate vedere; è in seconda riga.

— In seconda riga?

— Già.

— Che cosa vuol dire in seconda riga?

— Vuoi dir dietro gli altri.

— Oh santa pazienza! — esclamò la donna e si passò la mano sulla fronte e sospirò. — E adesso cosa fanno?

— Non vedete? Il colonnello è venuto a mettersi di fronte al reggimento per fare un discorso. Prima di dare la medaglia a un soldato si usa di fare un discorso, in cui si racconta il fatto com’è accaduto, e si dice agli altri soldati che seguano l’esempio del loro compagno, che è un bravo soldato, che ha fatto il suo dovere, che ha onorato il suo reggimento e via discorrendo. Ecco; sentite. —

Il colonnello ha cominciato a parlare.

— Non sento niente. Cosa dice?

— Ecco, il fatto è questo. Il soldato che deve aver la medaglia, un giorno è stato assalito da tre briganti,