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UNA MEDAGLIA.


— Sempre quella faccia rannuvolata e quello sguardo torvo! — Così, un giorno, diceva tra sè e sè un capitano, dopo aver passato in rivista la sua compagnia. — Ma perchè, poi? Cosa gli ho fatto io in fin de’ conti?

Pensava a un soldato abruzzese che durante la rivista lo aveva guardato in cagnesco.

V’hanno delle indoli chiuse, altiere, selvatiche, in cui l’amor proprio è siffattamente vivo ed ombroso, che in ogni sorriso sospettano uno scherno, in ogni parola un’insidia, in ogni persona un nemico. Indoli buone, in fondo in fondo, e affettuose; paiono invece e son giudicate superbe e cattive. Sono anime ritrose per naturale diffidenza degli uomini; non hanno affetti spontanei; non aman mai per le prime; ma, appena s’accorgono del tuo affetto, ti corrispondono con quella maggior forza ed effusione di cuore che mostrano di meno, in generale, cogli altri. Quando però s’incaponiscono nell’avversione e nell’astio, sono incredibilmente ostinate e tenaci. Ma non odiano davvero; lo credono. Tu sarai sempre in tempo, con una stretta di mano o un sorriso gentile, a dissipare in loro un’antipatia che credevano invincibile e un rancore che giuravano eterno.

Tal’era il soldato abruzzese che guardava torvo il suo capitano.