dere, rizzandosi poi, sempre colle spalle volte alla collina,
e storcendo finalmente il capo verso quella parte,
senza sollevare lo sguardo. Di lì a un poco cominciò a
guardare il cavallo, poi a spinger gli occhi un po’ più
oltre, sulla via, a destra, a sinistra, innanzi: ah! eccole
quelle benedette case. E il cuore gli die’ un balzo improvviso
come s’ei fosse capitato là per accidente e
quelle case gli fossero apparse davanti all’impensata.
Esse erano ancora molto lontane, non apparivano ancora
distintamente, rendevano appena l’immagine d’una
macchia biancastra mezzo nascosta fra gli alberi; eppure
gli pareva che fossero vicine, molto vicine; gli pareva
che indi a pochi minuti ei vi sarebbe arrivato, e i genitori
e i congiunti e gli amici sarebbero accorsi attorno al carro,
ed egli avrebbe dovuto discendere, e come! come discendere,
Dio mio! E se le immaginava, e gli sembrava di
vederle tutte quelle care persone che a quell’ora dovevano
certamente essere radunate in crocchio sulla via,
dinanzi alla porta di casa, o sparse per l’aia, ad aspettarlo!
Gli sembrava di sentirsene venir all’orecchio fioche
fioche le voci festose, e fra quelle voci di distinguerne
una più caramente soave, e il cuore gli si stringeva,
e avrebbe voluto che quelle case fossero ancora lontane,
tanto lontane da non iscorgerle ancora; e invece erano
lì, proprio lì, e pareva s’avvicinassero a lui molto più
rapidamente ch’ei non si avvicinasse ad esse, e chinava
la testa e chiudeva gli occhi per non vedere. Ma gli
era un tormento peggiore perchè schiudendo, per un
istante, le ciglia e risollevando lo sguardo, gli parea d’aver
fatto, in quel frattempo, un grande cammino, un cammino
a cento doppi maggiore di quel che aveva fatto in realtà.
Allora pensò di volger le spalle al cavallo, e, girando
adagio adagio la gamba monca, si volse. Ma non gli
venne fatto di star lungo tempo così, chè ad ogni mi-