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l’ordinanza. 19


Il buon giovanotto voleva rispondere, tentò di mandar fuori una parola e mandò un gemito; serrò un’altra volta quella mano, si volse, guardò la porta, guardò di nuovo l’uffiziale che continuava a tener la testa volta dall’altra parte, fece un altro passo innanzi... — Ah! signor tenente! — esclamò singhiozzando, e fuggì.

L’altro, rimasto solo, si guardò attorno, stette un po’ di tempo coll’occhio immobile sul limitare della porta, poi appuntellò i gomiti sul tavolino, appoggiò la testa sulle mani, due grosse lacrime gli si formarono nel cavo degli occhi, vi luccicarono dentro un istante e gli scesero giù per le gote rapidamente come se temessero d’essere vedute. Egli si passò la mano sugli occhi, guardò il sigaro, era spento; ah! questa volta erano lacrime davvero; abbandonò la testa sull’un dei gomiti, e le lasciò scorrere tutte, chè ne aveva proprio bisogno.