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236 la sentinella.

giran due a due per la campagna, di notte, in mezzo ai malandrini appostati nei fossi, che tirano le schioppettate a tradimento, non fanno anch’essi una gran dura vita i carabinieri? Eppure, vedi come fanno di cuore il loro dovere! Così le sentinelle; la stessa cosa. Di notte, in queste notti qua, chi le vede le sentinelle avviluppate ne’ loro mantelli, rannicchiate in fondo ai loro casotti, immobili, silenziose; chi le vede, chi le sente, chi sa ch’elle vi siano, chi pensa a loro, chi se ne cura? Eppure la sentinella deve star là ferma al suo posto, di buon grado, senza malinconie, senza triste fantasticaggini pel capo, e pensare: — Tutti dormono, io solo veglio; ma veglio sul sonno di tutti; se non vi fossero sentinelle, nessuno dormirebbe dalla paura. Il mio piccolo casotto protegge i più vasti palagi; dappertutto ove si canta e si suona e si fa del baccano, lo si fa senza pensieri e senza sospetti perchè io taccio e vigilo e tendo l’orecchio per tutti; il mio rozzo mantello protegge le vesti di seta e di velluto delle signore che vanno ai balli; quest’ombra protegge quella luce; il mio silenzio, quei suoni. Dal sentimento di queste grandi verità, a cui non si suole pensare, a cui molti non hanno mai pensato, ma che pur si dovrebbero tener sempre vive nella mente e nel cuore, dal sentimento di queste verità deve trar conforto il soldato, e capire che in questo sentimento risiede il più bel premio dei suoi sacrifici e delle sue virtù. Sei persuaso?

— Oh sì, tenente. —

La sua voce aveva tremato; era venuta dal cuore, e aveva trovato un intoppo a mezza gola; me ne accorsi; proseguii:

— E dopo che per cinque anni, per cinque lunghi anni, s’è fatto, tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti, sacrificio della propria volontà, dei propri desiderii,