voli dall’interno delle stanze; si sentono tremare i solai
sotto il peso dei passi precipitosi, e porte scrosciare e spezzarsi
sotto i colpi de’ fucili. Gli assaliti errano disperatamente
di qua e di là, si rimpiattano nei cammini, dietro
ai mobili, dietro le porte; gli assalitori sopraggiungono
ululando, si sparpagliano, frugano, fiutano, li scoprono,
li snidano, li trascinano, rigando di sangue i pavimenti
e le scale; i vinti non si arrendono, i prigioni si rivoltano,
si svincolano, si gettano alle finestre e si precipitano
nel cortile, o son baionettati nella schiena e restano
cadaveri sui davanzali; altri cerca scampo pei tetti,
altri ferito e grondante di sangue si trascina carponi
fuor della mischia. I difensori della bandiera sono agli
estremi. — Arrendetevi! — gridano i nostri. — No!
no! — essi rispondono con voce soffocata; — morte!
morte! — Ad un tratto si sente un altissimo grido che
fa rintronare la casa, e nello stesso punto balza fuori
della mischia un soldato colla bandiera nemica nel pugno,
la fronte alta e splendida, lacero e sanguinoso. — Viva! — ripetono
cento grida da tutte le parti della
casa. S’ode uno squillo di tromba. — Cosa? Che è stato?
Ritirata? Come? Perchè? È impossibile! Zitti! — Un
altro squillo di tromba e un grido tonante del maggiore: — Ritirata! — Ritirata?
noi? adesso? ma proprio?
Ah! è impossibile! è impossibile! — Siamo fuori della
casa, il maggiore indica la direzione della strada, gli altri
battaglioni sono già in moto. — Dio eterno! ci ritiriamo!
Capitano! capitano, in nome del Cielo, perchè ci ritiriamo? — Il
capitano senza dir nulla, si volta dalla
parte del nemico e stende il braccio verso la pianura
come per accennare qualche cosa. Guardo.... Era una
colonna nemica che s’avanzava alle nostre spalle, lunga,
sterminata, perdentesi nella lontananza della campagna:
rimasi di sasso.