Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/209


carmela. 201

io non ci avea pensato prima! — A che? — domandò il dottore. L’altro non rispose; prese un foglio di carta e la penna, e si mise a scrivere in furia. Finito, lesse:

«Signor tenente.

»Senza preamboli, come si costuma fra noi militari, io comando da un mese e mezzo il distaccamento di *** che voi comandaste tre anni sono nei mesi di luglio, agosto e settembre. Ho conosciuto in questo paese una fanciulla di diciotto in vent’anni, che si chiama Carmela, pazza da due anni, e impazzata, si dice, per amor vostro. Che cosa sia accaduto di lei dopo la vostra partenza dall’isola voi lo dovete sapere, e dovete conoscer del pari i caratteri speciali della sua pazzia perchè mi si disse che ve ne fu scritto da qualcuno di qui. La condizione infelicissima di questa fanciulla mi ha destato, fin dalle prime volte ch’io la vidi, un profondo sentimento di pietà, e tentai di tutto per ritornarla alla ragione. Mi vestii come voi, imparai a suonare e a cantare come voi, mi uniformai a tutte quelle vostre abitudini che ho potuto sapere dalle persone che v’hanno conosciuto, mostrai di amarla, le parlai di voi, mi finsi voi stesso, sempre invano. Voi non potete comprendere quanto mi sia riuscito doloroso il veder cadere l’una dopo l’altra tutte le mie speranze. Ma c’è ancora un mezzo da tentare, e sta in vostra mano; non me lo negate; esaudite la mia preghiera; farete un’opera santa. Sentite. Si dice che uno dei mezzi più efficaci di risanare i pazzi sia quello di rappresentar loro colle particolarità più minute e colla più scrupolosa esattezza qualche grave avvenimento che abbia preceduto la loro malattia, essendone o non essendone la causa diretta. Ho pensato che il ripetere esattamente alla Carmela la scena