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L’ufficiale intravvide un lampo di speranza e stette muto e ansioso a guardarla.

Carmela rimase pensosa, o lo parve, ancora un istante, e poi, sorridendo in un modo singolare come non aveva mai riso per l’addietro: — ....Siamo già sposi, noi due? —

L’ufficiale die’ un mezzo grido, e cogli occhi rivolti al cielo e la punta dell’indice fra le labbra, pallido, convulso, pensò un momento la risposta. In quel momento Carmela alzò gli occhi alla parete, vide un cappello cilindrico appeso a un chiodo, die’ in un gran scoppio di risa, lo prese, se lo pose in capo e sghignazzando e vociando si mise a saltare per la camera.

— Carmela! — gridò dolorosamente l’ufficiale.

E quella peggio.

— Carmela! — gridò un’altra volta e si slanciò verso di lei. Essa, spaventata, si cacciò giù per le scale, e dopo un momento fu in mezzo alla piazza sempre saltando, strillando e smascellandosi dalle risa.

L’ufficiale si fece alla finestra. — Carmela! — gridò ancora una volta con voce spenta, e poi si coprì la faccia colle mani e si lasciò cadere sopra una seggiola.

VIII.

L’indomani mattina, appena levato, andò a casa del dottore. Questi, come prima lo vide con quegli occhi rossi e quella faccia stravolta, capì che veniva a cercar conforti e consigli, e, fattoselo sedere davanti, cominciò a filargli un sermone in tutte le forme. Ma l’ufficiale non l’ascoltava e pareva preoccupato da un altro pensiero. Ad un tratto si rasserenò e battendosi la fronte colla palma della mano — Ah! — esclamò — .... ed