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carmela. | 179 |
cui l’amore, più che ispirato, ti è imposto. E il più delle volte con un solo di quegli sguardi lunghi ed intenti, che par che ti scrutino il più profondo dell’anima, e tanto meno t’infondono ardimento quanto n’esprimono più. I capelli e gli occhi nerissimi; la fronte ampia e pensosa, e i moti dei sopraccigli e dei labbri subitanei, tronchi, pieni di espressione e di vita. La sua voce sentìa leggermente dello stanco e del roco, e il suo riso del convulso. Dopo che avea riso continuava a tenere per un po’ di tempo la bocca aperta e gli occhi spalancati.
III.
— Perchè non la tengon chiusa? — domandava l’ufficiale quella sera stessa al dottore, entrando con lui nel caffè dei signori, dopo avergli detto quel che gli era accaduto la mattina.
— E dove vuol che la chiudano? Nell’ospedale c’è stata più d’un anno, e ce l’ha mantenuta il Municipio a proprie spese; ma poi, visto che gli era tempo perso e denaro sprecato, l’han fatta ricondurre a casa. C’era poco o punto da sperare; son stati i primi a dirlo i medici di là. Qui almeno è libera come l’aria, poveretta; e si può ben concederglielo, perchè, dai militari all’infuori, non dà noia a nessuno.
— E perchè ai militari?
— Mah! è una storia un po’ incerta, vede. Ognuno la dice a modo suo, specialmente nel volgo, a cui la verità schietta e netta non basta, e ci vuol aggiungere del proprio. Però il fatto più probabile, confermato anche dai pochi signori del paese, sarebbe questo. Tre anni fa, un ufficiale ch’era qui comandante di distaccamento come lo è lei adesso, un bellissimo giovane,