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carmela. 175

coi principali personaggi del paese, e la sera in barca sul mare, fumando dei sigari eccellenti a due centesimi l’uno, vestito come gli pareva e piaceva, senza seccature, senza sopraccapi, quieto e contento come una pasqua. Un solo dispiacere egli aveva, ed era quello di pensare che una vita così beata non potea durar che tre mesi.

Il paese è posto sulla riva del mare, ed ha un piccolo porto, presso cui, allora, si fermava una volta ogni quindici giorni il vapore postale che viaggia fra Tunisi e Trapani. Raramente vi si fermavano altri legni. Tanto raramente, che l’apparire d’un legno diretto colà era annunziato al paese col suono d’una campana, e gran parte della popolazione accorreva alla spiaggia come sarebbe accorsa a uno spettacolo di festa.

L’aspetto del paesello è molto modesto, ma gaio, ridente; in ispecie per la larga piazza che v’è nel centro, la quale, come in tutti i villaggi, è per quella popolazione ciò che è il cortile per gli inquilini d’una stessa casa in città. Questa piazza è congiunta alla spiaggia per la strada principale, diritta, stretta e lunga poco più d’un trar di mano. Le botteghe e gli uffici pubblici son tutti nella piazza. Vi sono, o almeno v’erano allora, due caffè; uno frequentato dal sindaco e dalle altre autorità e dai signori; l’altro dai popolani. La casa dove stava il comandante del distaccamento era posta dal lato della piazza che guarda il mare; e come dalla spiaggia verso il centro del paese il terreno si va considerevolmente sollevando, così dalle finestre delle sue stanze, ne aveva due, si vedeva il porto, un lungo tratto di spiaggia, il mare e i monti lontani della Sicilia.

L’isola è tutta monti vulcanici, e grandi e folti boschi resinosi.

Tre anni fa, un bel mattino d’aprile, il vapore po-