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146 il coscritto.

l’anima ai buoni, e rispettar tutti, perchè son tutti soldati e da oggi a domani possiamo vederceli morir sotto gli occhi da valorosi. E quando si vuol bene a qualcuno, si sopporta di buon animo ogni sorta di vita, tienlo per fermo. Cerca, domanda, fattelo dire da’ tuoi compagni; vedrai che i soldati più bravi volevano tutti bene ai loro superiori. Guarda il soldato.... come si chiamava?... il soldato Perrier, nel quarant’otto, che si gettò fra il suo ufficiale e i nemici, e cadde a terra con tre palle nel petto gridando: — Ricordatevi di me, mio buon ufficiale; io muoio contento d’avervi salvata la vita! — E quell’altro granatiere, non mi ricordo il nome, che piuttosto di abbandonare il suo capitano ferito, s’è fatto uccidere a colpi di baionetta, gridando ai nemici: — Se non mi uccidete, io non ve lo lascio. — E quegli altri otto o dieci, che sotto una pioggia di palle, alla battaglia di Rivoli, sono andati a strappare dalle mani dei tedeschi il cadavere del loro ufficiale, chè lo volevano seppellire di propria mano e rendergli gli ultimi onori nel proprio campo; e tanti e tanti altri, che ci sono i nomi e i fatti stampati in cento libri, e tutti li ricordano e li amano ancora come se fossero vivi.... Hai un fiammifero? —

Il coscritto che fino allora era stato colla bocca e gli occhi spalancati che pareva estatico, tirò fuori in fretta un fiammifero e glie lo porse.

— Quando si pensa a queste cose e si ha un po’ di cuore, certi piccoli dispiaceri, certe meschinità della vita del soldato si dimenticano; e bisogna pensarci a queste cose, e te le insegneranno, e tu che sei un buon figliuolo le terrai a mente; non è vero? —

Il coscritto fece segno di sì, chè lì su quel subito non potè raccogliere la voce.

— Sicuro; — continuò l’ufficiale; — a far volentieri il soldato, e a farlo bene, bisogna guardare un po’ più