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il coscritto. 145

che ti vorranno bene come a un fratello; vedrai; chè qui ci sarà carestia di tutto, ma di cuore no di sicuro.... Hai la pipa?

— Nossignore.

— Se no potevi fumare. E quando un superiore sgrida..., se ha ragione, stare a sentire e farne pro; se ha torto, stare a sentire lo stesso e non pigliarsela a cuore, perchè a questo mondo tutti hanno dei difetti e possono fare degli spropositi tutti; a sgridare si sbaglia qualche volta; a disobbedire si sbaglia sempre. E non credere che tutti quelli che ti sgridano abbiano cattivo cuore e siano in collera con te e ti vogliano male. Non c’è niente di più falso. Codesti burberoni hanno più buon cuore che gli altri, e vi vogliono bene, e se li levassero di mezzo a voialtri morirebbero di malinconia in quindici giorni. Urlano, inveiscono; è un’abitudine, un affar dei polmoni; niente di più, credilo. Finirai col voler più bene a loro che agli altri. Li vedrai quando andranno via; piangono. Io ne ho visti tanti. Ne ho visti a Custoza....

— Quella battaglia ch’è andata male?

— Quella; ho visto un capitano ch’era lo spavento della compagnia e nessuno lo poteva vedere, e aveano tutti torto; ebbene, non cadeva un ferito ch’egli non corresse a soccorrerlo, a guardargli la ferita, a fargli coraggio; sempre in moto di qua e di là, ed era stanco da morire. — Oh capitano! capitano! non m’abbandoni, capitano! — gridavano i feriti trattenendolo per le braccia e per la tunica. — No, figliuolo — egli rispondeva — starò qui con te, starò sempre con te fin che tu sia guarito; coraggio, figliuolo, coraggio; il tuo capitano non t’abbandona. — Capisci, che uomo? E come lui ce ne son tanti, e bisogna non giudicar gli uomini dalle apparenze,

e poi compatire i cattivi, e volere un bene del-


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