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in somma un manuale che ha l’abilità nelle mani e non nella testa; facile a confondersi per ogni minima difficoltà; incapace, non che d’inventare un lavoro o le modificazioni di un altro, ma di eseguirlo sopra un disegno che ne mostri il prospetto e la pianta, se non gli venga questo spiegato ripetutamente e chiaramente a viva voce da chi ne fa l’ordinazione.
Ecco la ragione perchè nei grandi opifici nazionali i capi officina sono la più parte stranieri, e perchè l’operaio italiano, capitando in qualche grande città manifatturiera di Francia, d’Inghilterra o di Germania si sente umiliato davanti a quelle mani nere e callose, che trattano la matita e il compasso così abilmente come il martello e la sega; davanti a quegli uomini fieri del loro camiciotto di cotone, che è nobile divisa del lavoro intelligente, non livrea della fatica cieca e servile, divorziata dal pensiero che crea ed inventa; abbrutita dalla mancanza dell’intelligenza, diventata misera per mancanza di soddisfazioni. Il pensiero di costituire le scuole d’Arti e Mestieri fu dunque sapientissimo e s'informa d’un concetto pratico la cui bontà non può essere revocata in dubbio. Ma di scuole, secondo alcuni, ce ne è ormai troppe, e stimerebbero più opportuno scemarne il numero anziché aumentarlo. Avvertiamo che il numero delle scuole non prova la loro suf-