Pagina:De Amicis - La mia cara Italia.djvu/61


— 59 —


Certi storiografi, servitori di un partito, mi ricordano uno scultore germanico, del quale i giornali parlavano in questi mesi.

A costui si era dato incarico di fare il progetto del monumento a Guglielmo il vittorioso.

Egli attorno al protagonista avea collocato le statue di tutti coloro che con il vecchio sovrano cooperarono all'unità germanica, ma la persona di Bismark non figurava fra queste.

Perchè?... una dimenticanza?... forse una vendetta?... nulla di tulio questo: l’artista per semplice servilismo voleva distruggere la storia.

Egli conosceva che tra l’attuale Imperatore di Germania e l’ex Cancelliere di ferro, i rapporti erano tesi e perciò sperando ingraziarsi il monarca pensò lasciare in disparte il ritratto del principe di Bismark.

Ma lo scultore disgraziato avea fatto male i suoi conti, giacché mentre si dovea decidere le ultime modalità ili quel monumento, appunto in quei giorni, il biondo Sovrano volle far la pace con l’antico ministro della sua Casa e la famosa bottiglia di vino inviata dall’Imperatore a Bismark, con felicitazioni per la sua convalescenza, confermò allo scultore, che la storia si può falsare ma mai distruggere.

Lo comprendo, vi sono dei fatti che sono poco onorevoli per qualsiasi partito; ma per questo si dovranno annientare?