Pagina:De Amicis - La mia cara Italia.djvu/32


— 30 —

fermezza irremovibile le condannano. E ciò prova che essi soli sono gli amici delle istituzioni, essi soli che amano la nazionale indipendenza, essi solo che reclamano pel proprio Paese un regime di pubblica onestà, di giusto progresso, di vera libertà.»

La calunnia lanciata contro i Vescovi si ritorce a carico dei suoi avversarii, ed il popolo comincia a dimostrare coi fatti che il suo malcontento è contro il Governo e contro esosi Municipi, ma giammai contro l’Episcopato.



E veniamo al semplice clero: Se fossi ministro, mai mi sognerei di stabilire, solo per principio irreligioso, una legge eccezionale contro di esso.

Vorrei che il prete cittadino come qualsiasi altro, rispettasse la legge, ma prima di tutto esigerei che le leggi emanate, promulgate, non calpestassero nè la verità, nè la giustizia, nè la carità. Che se dopo questo anche fra i preti alcuno volesse uscire fuori della legge, disconoscere cioè la verità, la giustizia e la carità, presterei allora man forte ai Vescovi, perchè questi disgraziati si avessero inesorabile castigo.

La legge deve essere imparziale, volerla deturpare, smembrare nella sua essenziale imparzialità è costituire un vero reato contro la libertà, è annientare la giustizia.