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è di tutti: tutti ci avete eguale diritto: arricchitevi e godete, questo è lo scopo della vostra vita. — E la tentatrice parola, la lusinghiera dottrina fu presto intesa, e tal si diffuse e va diffondendosi uno spirito d’epicureismo nel mondo, che la idea sola del patire, del dolore, della mortificazione spaventa e rivolta e mette in iscompiglio tutte le potenze dell’anima. Non il coraggio del sacrifizio, non la rassegnazione nel lavoro, non mortificazione di spirito o di corpo, una sfrenata brama di godimenti anche indegni, e soddisfacimento delle passioni a qualunque costo: e sollazzi e spettacoli e piaceri d'ogni fatta, quando si può; e furori e maledizioni quando alla brama smodata difettano i mezzi ed il potere. L'effeminatezza e la corruzione della moderna società, deplorata da tutti i saggi non trova, non troverà dunque un ritegno e una medicina?

Un solo, o dilettissimi. Lo spirito del Vangelo trasfuso un’altra volta nelle vene della società. Quella religione che riuscì appena nata a lavare le contaminazioni del mondo, a infondere nuovo sangue nel marcio colosso della romana società, essa sola può rinnovare gli antichi prodigi, e guarire il mondo malato e i sangui corrotti degli ultimi tempi. Che se il rimedio è amaro, tanto più è efficace e necessario; o questo o lo sfacelo morale.»