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la patria, non sarebbe disgiunto mai da quello sempre avanti Savoja.
L'Esercito nostro è un valoroso e generoso Esercito e giammai permetterebbe che una Dinastia di tanti valorosi Monarchi, di tanti generosi Principi, dovesse abbandonare la custodia che da Dio e dal popolo a Lei venne affidata.
Io sarò forse troppo ottimista, ma la storia mi insegna che la fedeltà dell’Esercito è la garanzia dei coronati.
Qui in Italia il soldato fu sempre esempio di fedeltà, e dalle prime guerre per la nostra libertà, fino all’ultimo fatto d’armi tanto lusinghiero per il bravo colonnello Arimondi, abbiamo la prova che i nostri fratelli nelle armi, per la Patria e per il Re sanno vincere, con uguale entusiasmo, con uguale eroismo.
Si è con vera gioia che qui porto l’elogio magnifico che fa dell’Esercito quel giornale assennato che è il Corriere di Casale Monferrato — egli dice:
«Il nostro Esercito è l’unica cosa che abbia resistito all’imperversare della fiumana rivoluzionaria che travolse tante belle glorie della nostra Patria; in mezzo a tante rovine, fa piacere e dà conforto il vedere ancora in piedi questa istituzione, la quale compendia in sè quanto vi è ancora di glorioso, di nobile, di generoso, di serio, d’incontaminato.