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Per soprappiù le fiscalità e aggravii sopra aggravii, ridussero e padroni e dipendenti al segno di ribellarsi, e ribellarsi direi giustamente, perchè l'oppressione venga dai Municipii, venga dalle Provincie, venga dal Ministero non è tollerabile.

Dunque, se fossi ministro, vorrei che la nostra agricoltura sentisse la mano di un Governo benevolo; vorrei che i proprietarii non fossero dissanguati, vorrei che i nostri contadini non fossero necessitati a mendicare in un suolo straniero la vita, poiché noi abbiamo terre incolte da lavorare, senza che connazionali nostri, diano al mondo intero spettacolo di essere affamati.

E veniamo alle industrie; se fossi ministro vorrei proteggere molto di più i tanti capitalisti che fra noi nulla trascurano per farci produrre quello che eravamo costretti ad elemosinare all’estero.

E per questo vorrei che costoro non fossero colpiti da gravi tasse, vorrei invigilare perchè si potesse giungere coi nostri prodotti a far concorrenza all’estero.

Se si riuscisse a poco a poco a vivere della propria industria restringendo l’importazione a poca cosa, si finirebbe col vivere di vita propria, che è quanto dire economicamente bene.

Ma mi direte: come si può favorire il commercio impedendo il reciproco scambio?

Io non discorro dei fratellevoli accordi commer-