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aveva che quell’incerta fede religiosa, su cui l’indegnità dei ministri ha forza di argomento contrario, ne fu scandalizzato. E lo urtò anche il vice parroco, una figura tarchiata di giovane contadino attaccabrighe, che stava ritto sotto il pulpito, col viso accigliato e le braccia in croce, e fissava man mano lo sguardo sulle persone a cui l’oratore alludeva, come per designarle all’uditorio. E così fu delle prediche successive. Il reverendo era d’un’audacia senza pari. Aveva gridato un giorno dal pergamo: — Se venisse qui il re d’Italia in persona con tutto il suo esercito, io gli ripeterei in faccia che siamo male amministrati. — L’aveva soprattutto coi lettori di certi giornali di Torino, di cui conosceva tutti gli associati del paese; alcuni dei quali, vedendo lui di lontano, nascondevano il foglio. Sollevava ogni anno una tempesta prima della festa patronale, perchè non si facesse il ballo pubblico, minacciando di negar l’assoluzione alle ballerine e di non lasciar uscir di chiesa la processione. Ed era terribile in occasione di sepolture, fino a spezzar la candela in piena strada, se gliela davan di scarso peso, e a piantar lì tutto. Oltredichè aveva liti in corso con mezzo mondo: una con un vicino di podere per una condotta d’acqua, un’altra per la sua amministrazione poco netta del legato d’una Contessa, e s’era battuto tutto un anno col sindaco precedente per un orinatoio ch’ei non voleva accanto alla chiesa, e che aveva fatto abbattere tre volte. E questa sua violenza, che intimoriva molti, serviva a coprire in parte certe magagne della sua vita passata, che non eran cose di nulla, poichè nei dintorni di Piazzena si segnavano a dito due contadinotti di diversa famiglia, che si diceva gli rassomigliassero, e nei primi anni del suo esercizio, quando viveva ancora sua madre, era stato obbligato a sfrattar di casa una sua sedicente nipote, monaca smonacata, di cui si parlava troppo forte. Quando passava per la strada col tricorno sulla nuca, in compagnia del vice parroco che lo portava sur un orecchio, tutti e due col viso alto e con lo sguardo provocante, avevan l’aria di due guardie travestite, e la gente diceva: — Non si sa chi dei due arresterà l’altro. —