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Visi nuovi 85

dicevano, col rimettere nelle sue mani una buona somma, ricavata dalla vendita d’una casa, che costituiva la dote d’un legato fiduciario lasciatogli da un parente canonico del paese, con l’obbligo di far celebrare in perpetuo una messa festiva in una borgata vicina. E forte della protezione vescovile e dell’amicizia del sindaco, uomo religioso e cedevole, s’era alzato strapotente nel comune, aveva impedito l’istituzione d’un teatrino di filodrammatici, imposto all’asilo le monache che voleva lui, ottenuto dal municipio una somma annuale per le lampade della chiesa, e, quello che più gli premeva, fatto nominare soprintendente scolastico, in vece di don Pirotta, il pizzicagnolo, devoto al sindaco e alla canonica, per mezzo del quale poteva tener mano in pasta nelle cose dell’istruzione.


Il nostro maestro, dunque, apparteneva già, senza saperlo, al partito oppositore, quando incominciò le sue lezioni, ai primi d’ottobre. Egli fu molto contento dell’edifizio delle scuole, essendo persuaso di quello che soleva dire il MegariFonte/commento: normalizzo, che un bell’edifizio scolastico è il miglior mezzo di propaganda in favore dell’istruzione presso la gente della campagna. Era una casa costrutta apposta, in una piazzetta fuor di mano, accanto a una vecchia cappella: un gran dado bianco, che aveva le classi maschili da un lato e le femminili dall’altro, con due porte d’entrata sulle due opposte facciate, davanti alle quali s’aprivano due cortiletti. Fu poi, più che contento, maravigliato della bianchezza intatta delle pareti e dello stato di conservazione dei banchi. C’era poca cosa: quattro carte geografiche, che dovevano esser state levate da un atlante, una lavagna troppo piccola e un solo cartellone di nomenclatura di piante; ma tutto pulitissimo, come comprato allora. Il ritratto del re, in oleografia, era fiancheggiato da due grandi quadri di soggetto religioso, raccattati forse in qualche rigatteria, ma rinverniciati di fresco. Fu anche stupito della sufficiente pulizia dei suoi trentacinque scolari, e della lindura soldatesca del vecchio inserviente comunale, che portava una giacchetta di velluto nero e un berretto gallonato d’argento, e aveva sempre la barba fatta. E gli andarono a genio pure i suoi colleghi, coi quali si trovava ogni giorno all’en-