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Avventure di terra e di mare 79

disgrazia. Essendosi ammalata di crup una sua scolara, d’una famiglia del partito a lei ostile, e volendo vedere la sua maestra, i parenti la mandarono a chiamare: essa accorse, l’assistette, le stette a capo del letto fin che spirò. Quell’atto intenerì il nuovo sindaco, il quale, per compenso, le permise di riaprire la scuola, col patto che la intitolasse soltanto “scuola di lavori femminili„, e insegnasse a leggere e a scrivere di contrabbando. Fu una benedizione. Ci si mise con ardore, fece dei cartelloni col carbone, dei disegni per la nomenclatura, una carta geografica. Le alunne ritornarono. Pareva che tutto volgesse a bene.

— Quando un giorno, — disse — mi capita inaspettato un sedicente ispettore, con due gran baffi di setola, ammira i cartelloni e i disegni, interroga, loda i progressi delle alunne, mi fa un monte di complimenti. Io mi sento rientrare la vita nel cuore. Chiede di veder le mie patenti: gliele do.... Era un traditore, mandato dai miei nemici, uno sfacciato briccone. E si smascherò subito, rifiutando di restituirmi la patente di grado superiore se non firmavo una dichiarazione con cui m’impegnassi a partir dal paese.... A quel colpo, rimasi schiacciata, non ebbi più la forza di lottare, firmai. Quegli non mi rese la patente, però; e disse che non me l’avrebbe resa che il giorno della mia partenza. Ma per partire dovevo mettere qualche lira da parte. Mi rimisi dunque coraggiosamente a lavorare, a dar lezioni private, a far persino la bambinaia, lesinandomi il pane, non dormendo che quattro ore della notte, non perdendo un minuto della giornata. Avevano, in quel frattempo, cessato di perseguitarmi, il prete aveva ritrattato per iscritto le sue calunnie. Ma in quel paese, dove avevo passato di così tristi giorni, non ci potevo più restare. Quando m’arrivò una lettera che mi chiamava al provveditorato per ricevere una nuova destinazione, e mi parve di ricevere una grazia di Dio! E quattro giorni dopo partii. —

Essendo troppo costosa la diligenza, cercò ed ottenne con cinque lire un posto in una barca, condotta da otto pescatori, che andavano alla città vicina con un carico di fichi. Dovevano essere camorristi. Ma era troppo tardi quand’essa n’ebbe il primo sospetto. — Una volta che fummo lontani dalla riva — disse —