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Avventure di terra e di mare |
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giovane e non abbastanza.... repulsiva, la rimandò con Dio, senza cerimonie. Allora sì, si vide perduta senza rimedio, e ritornò al paese con la disperazione nell’anima. In quel frattempo, per buona fortuna, il sindaco aveva cambiato idea e deciso di sdoppiare la classe femminile, come voleva il suo predecessore: ci fu quindi un posto per lei. Piena d’entusiasmo, incominciò la scuola; aveva la seconda classe; quattordici alunne inscritte, sette presenti. Le pareva di rivivere. Ma nel paese dominavan le febbri; ne furon prese tutte le sue alunne; l’ebbe lei pure, e seppe allora soltanto che, appunto per le febbri, nessun insegnante era mai rimasto là più d’un anno, perchè ci andava metà lo stipendio in chinino. Guarì, si rassegnò. Campava male, per altro. Del credito dell’asilo non le davano un soldo; le avevan promesso di rifarla delle spese del viaggio, e non vedeva nulla; solamente verso la fine dell’anno adempirono la promessa di darle l’alloggio, mettendola in un convento mezzo diroccato, dentro a un camerone con gli usci senza imposte, e a lei toccava di chiuderli con assi e puntelli. Tra quello che le costava una servetta scalza e i piccoli debiti che doveva saldare via via, le rimaneva appena tanto da sfamarsi, non mangiando che fave, ceci, lattuga, piselli. Il paese, d’altra parte, era molto povero: basti dire che facevan bandire ai crocicchi, come una cosa straordinaria, una gallina da vendere. Nondimeno vi sarebbe rimasta. Ma rincrudirono le febbri a tal segno, che le donne del popolo, esasperate, entravano fin nella scuola a gettare insulti, e peggio, contro il ritratto del re, gridando ch’era lui che mandava quel flagello alla povera gente. Essa medesima ricadde malata, e andò a un pelo dalla fine. E allora si dovette risolvere a cercare un nuovo posto, e scrisse al Provveditore, che la esaudì, e la destinò a un altro villaggio, in riva al mare. Ricevuta appena la nomina, partì; fece un tragitto interminabile in diligenza, e, con sua grande gioia, si trovò aspettata all’arrivo da una folla di bimbi e di bambine, che l’accompagnarono al municipio con applausi ed evviva. Fu ben ricevuta da tutti; e in quarantott’ore s’andarono a iscrivere centoventi ragazze dai cinque ai quattordici anni, delle quali fu costretta a rimandare le più grandi e le più piccole, perchè non capivano nella scuola.