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Avventure di terra e di mare |
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avesse deciso, presa appena la patente, di cercarsi un posto lontano; come gliel’avesse trovato nell’Italia meridionale una sua amica d’infanzia, moglie d’un ingegnere, dalla quale gli era venuto un giorno un telegramma fulmineo, che le diceva di partire; in che imbarazzi si fosse trovata per mettere insieme quel poco di denaro per il viaggio e per l’altre prime spese. Era partita ai primi di novembre, aveva fatto un viaggio di mare orribile.... Peggio non avrebbe potuto incominciare la sua carriera. Figurarsi che, dopo varie peripezie, era arrivata di notte, con la pioggia, a una stazione di strada ferrata, dalla quale al paese dove doveva andare c’erano tre o quattro miglia di salita, e l’unico vetturino che si trovasse là domandava per quel tragitto cinquanta lire, la metà giusta del suo avere! E le avrebbe dovute pagare se due ufficiali là presenti, mossi a compassione, non si fossero interposti, facendo ridurre il prezzo a due scudi. Ma queste eran celie. Arrivata lassù in un trabiccolo sconquassato, stanca morta dallo strapazzo, e presentatasi subito al direttore delle scuole, un vecchierello smilzo, questi le dà la bella notizia che durante il viaggio di lei, il sindaco, e con lui il suo partito, che volevan dividere le scuole, eran caduti; che il sindaco nuovo non voleva fare innovazioni; che il posto, per conseguenza, non c’era più. Spaventata, essa corre dal nuovo sindaco, il quale le riconferma la cosa. Restò di sasso. Come fare! Dopo tutto quel lungo viaggio! Non aveva più denari per ritornare, era sulla strada. Si mise a piangere. Il sindaco n’ebbe pietà, promise di provvedere, e intanto le assegnò un posto di sottomaestra nell’asilo infantile. Che razza d’asilo! Una catapecchia, dei bimbi ignudi nati, che, appena entravano, li doveva tuffare in una secchia d’acqua tepida, e poi fregarli, lavarli, insaccarli in una camicia, che rilasciavano all’uscita. C’era da campare, in ogni modo. Ma verso la metà dell’anno, mancando i fondi, e non potendosi più dare la minestra, l’asilo fu chiuso, ed eccola daccapo sul lastrico, col credito di due mesi di paga. In buon punto le fu offerto un posto d’istitutrice presso la famiglia d’un conte, nel capoluogo del circondario, ed essa fece il viaggio con le più belle speranze; ma la contessa, che la ricevette in assenza del marito, trovandola troppo