zonte. Egli era in quell’età, nella quale, come fu detto dell’uomo, che sa di dover morire, ma non lo crede, così il giovane sa, ma non crede veramente che il mondo e la vita sian tristi. Aveva ancora un così vasto spazio davanti a sè! Migliaia di colleghi, di ragazzi, di parenti, di autorità lo aspettavano: chi sa quanti ne avrebbe trovati rispondenti ai suoi ideali, chi sa quanti buoni amici, e alunni esemplari, e parenti grati, e anni di vita quieta e contenta! Una sola ferita gli doleva ancora, quella che avevan fatta al suo orgoglio di maestro i signori: a questa ripensava sospirando, e gli pareva che sarebbe rimasta aperta per tutta la vita.