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66 | Garasco |
rosso per lei. Guardò gl’invitati: molti erano stupiti, e si guardavan tra di loro: le teste si chinavano, le signore si coprivan la bocca col ventaglio, in tutti gli occhi scintillava l’ilarità. Era un ludibrio. Egli si sentiva offeso nella dignità della sua professione e si mordeva le labbra dalla stizza. E quella terribile poesia non finiva mai! Quando fa finita, gli parve d’esser stato alla berlina per un’ora. E accompagnò al suo posto, con una imprecazione muta, la declamatrice, la quale ringraziò con un sorriso trionfante chi la complimentava. Il maestro osservò fra questi il segretario, che si sbracciava in rallegramenti, con una impudenza non mai veduta; e gli parve di sorprender fra lui e lei uno scambio di sguardi, che smentiva quel tal voto fatto. Voti di poetessa! pensò.
Allora venne avanti la maestra Strinati, con gli occhiali, e un foglio in mano. — Meno male — pensò il maestro, respirando; e stette in ascolto. Era un discorsetto sulla “necessità dell’istruzione„; lo lesse adagio, con la più grande tranquillità. C’era, se non altro, del buon senso: cose cento volte dette, ma che si capiva ch’erano state pensate da lei. C’era anche, o gli parve, da uno scintillamento che vide dietro gli occhiali, che ci fosse una bottata alle autorità a proposito della scuola privata e del cattivo stato dei locali scolastici: e terminava con alcuni consigli ai parenti, sensati ed espressi con un certo vigore, che destarono un mormorio d’approvazione. Le autorità tacquero; gli altri batterono le mani.
Cessato l’applauso, la Strinati medesima fece l’appello dei premiati, che si presentarono l’un dopo l’altro alla tavola rossa. Questo è sempre bello. La suggezione che mostravano al cospetto del sindaco, lo stesso imbarazzo che avevano dai loro vestiti festivi, la contentezza, l’alterezza, davano grazia a tutti. Il maestro vide con certa commozione passare i suoi sei contadinelli, che aveva per tanti mesi studiati, istruiti, consigliati, corretti, e che non avrebbe, dopo quel giorno, riveduti mai più. L’un dopo l’altro, ritornando al proprio posto col premio in mano, gli rivolsero un sorriso, come d’intelligenza amichevole, che gli piacque più d’un ringraziamento, e non gli fece badare alla curiosità brutale con cui i loro parenti si buttarono avanti per ve-