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58 Garasco

da per tutto eran tartassati come se facessero un manifesto mercimonio di quei quattro gingilli. E il nostro esordiente n’ebbe la parte sua. Dei parenti, che non s’erano mai fatti vedere in tutto il corso dell’anno, ebbero la faccia di invitarlo a desinare tre giorni prima degli esami. Padri e madri degli alunni ch’egli aveva prescelti per recitar le poesie, e che andava esercitando nella scuola, si presentavano a lui per dirgli che, se non assicurava loro un premio, avrebbero proibito ai ragazzi di recitare “perchè„ dicevano “già che il ragazzo s’espone a fare una cattiva figura, e che, se riesce bene, abbellisce la festa e diverte i signori, è più che giusto ch’egli riceva un compenso„ come se si fosse trattato di artisti di cartello. Di più, un’autorità raccomandava l’uno, un’altra l’altro; tutti avevano un protetto. Il giovine maestro ebbe persino la consolazione di legger delle minaccie scritte col carbone sui muri, e dei nomi di piccoli candidati che si proponevano da sè stessi. Ci fu anche una donna che andò a pregarlo di dare un premio al suo figliuolo perchè era stato tormentato per un mese da un patereccio. Ma egli era tranquillamente risoluto a decidere secondo coscienza, a costo anche di scatenare un inferno. La sola cosa che lo faceva uscire dai gangheri era il vedere come fosse assolutamente fiato perduto il tentar di far intendere la ragione a chi gli veniva a proporre di commettere degli spropositi e delle ingiustizie.


QUESTIONE SOCIALE.


Erano intanto venuti già a Garasco e nei dintorni molti villeggianti, che avevano quasi mutato aspetto al villaggio, e ogni giorno n’arrivavano; un nuvolo di signore, di ragazze, di studenti, d’uomini d’affari, che ripartivano ogni mattina per Torino per ritornare la sera; e incominciò la vita delle scarrozzate, dei piccoli balli e dei desinari, nella quale il sindaco si tuffò a capo fitto. Cercando i villeggianti, come sogliono, per il gran terrore della noia, la compagnia di tutti, anche il maestro Ratti, giovane e simpatico, fu cercato.