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La visita dell’ispettore | 51 |
crudeltà, l’egoismo, con tutte le forze; cercar di far sentire ai ragazzi l’alterezza di esser leali e generosi.... Questo è l’importante; tutto il resto è nulla appetto a questo.
Il sindaco fece al maestro un cenno di congratulazione, l’ispettore gli disse: — A più tardi, — e tutti e due uscirono, seguiti dal soprintendente, il quale si soffermò un momento sull’uscio per rintuzzare con un’occhiataccia lo sguardo ridente d’un alunno.
Al veder il maestro contento, i ragazzi proruppero subito in un chiasso smodato che arrivò agli orecchi dell’ispettore, nel corridoio; il maestro stentò a rimetterli in quiete. Era contento davvero. Le lodi dell’ispettore erano il primo compenso pubblico ch’egli ricevesse delle sue fatiche, e gli pareva che quell’uomo gli avesse letto nel profondo del cuore. E gli prese un desiderio vivissimo di rivederlo, di aprirgli l’animo suo come a un amico, dicendogli delle sue prime esperienze della scuola, dei disinganni, dei dubbi gravi che l’agitavano intorno al problema dell’educazione e della disciplina. Ahimè! Quegli lo aveva forse creduto autorevole, sicuro del fatto suo e soddisfattto dei suoi alunni. Egli sentiva un bisogno irresistibile di dirgli la verità, anche a costo di scapitare nella sua stima, e di domandargli dei consigli.
Impaziente, calcolò presso a poco a che ora dovesse trovarsi all’albergo dopo aver terminata la sua ispezione, e vi corse. Lo trovò solo, che finiva di desinare, con molti processi verbali di visita ammontati sulla tavola: aveva, con un pretesto, rifiutato l’invito del sindaco. Mostrò piacere di rivedere il maestro, e se lo fece sedere dinanzi, piegando e rimettendosi in tasca un foglio di carta, sul quale il giovane vide di sfuggita una serie di periodini scritti con bella calligrafia, che gli parvero iscrizioni. Erano pensieri della maestrina, un omaggio.
Con la bella franchezza dell’età sua, il maestro disse perchè era venuto, il suo grande amore per i ragazzi, il modo di procedere amorevole e indulgente, a cui lo forzava la sua natura, il suo rammarico di vedere che gli alunni non gli corrispondevano, che la scolaresca gli sfuggiva di mano, che la disciplina gli mancava.