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A Torino 229

gretari comunali, i sensali, i fattori, le guardie campestri, che si buttano in ogni specie d’altri impieghi, senza badar dove cascano, come viaggiatori che fuggon da un piroscafo sdrucito. — Pochi dì prima, egli aveva ricevuto una lettera d’un maestro di villaggio, premiato con la grande medaglia d’argento dal ministero d’agricoltura, carico di menzioni onorevoli e corrispondente d’accademie, il quale cercava un posto di portinaio. E non serviva a colmare i vuoti che ci fosse un grande numero di maestre buone, per la maggior parte più colte e più studiose dei maestri, sia per la miglior educazione avuta in famiglia, sia per il vantaggio relativamente maggiore che offriva loro, anche dal lato pecuniario, la professione magistrale; poichè alle maestre non si potevano assegnare classi maschili oltre alla seconda, e quello che occorreva soprattutto, e nella città anche più che in campagna, eran maestri delle classi superiori, nelle quali si comincia l’educazione morale veramente efficace, e si fa, per così dire, la pulitura delle intelligenze, per prepararle ai ginnasi. Dove si sarebbe andati a finire? Egli non lo sapeva. Ciò che sapeva di certo era che il Ratti poteva farsi animo, poichè non solo i concorrenti maschi eran pochissimi, ma di quei pochissimi una metà almeno non avrebbero potuto misurarsi con lui: eran maestri che tentavan quel colpo come un terno al lotto, senza attitudini e senza preparazione, e che probabilmente non sarebbero nemmeno stati ammessi ai verbali.


Con questo pensiero consolante il Ratti andò la mattina dopo alle otto e mezzo, — mezz’ora prima dell’ora fissata, — alla scuola municipale Baretti, in cui si dovevan dare gli esami in iscritto.

E lo spettacolo che gli s’offerse lì era così nuovo e strano per lui, che lo distrasse dal pensiero dell’esame. La porta d’entrata della scuola era affollata di maestre; affollata la strada davanti; sciami e crocchi per le strade vicine, e a tutte le cantonate, di signorine e di signore di tutte le gradazioni d’età, dai venti ai trentasei anni, e di tutte le forme d’abbigliamento, da quella elegante dell’ultimo figurino al vestimento quasi contadinesco della maestra di villaggio; e mescolati alle concorrenti madri, padri, fratelli, amiche, direttrici